[vc_row full_width=”” parallax=”” parallax_image=”” parallax_enable=”” parallax_ratio=”0.8″ parallax_opacity=””][vc_column reveal_effect=”none” width=”1/2″ css=”.vc_custom_1462285365842{padding-left: 0px !important;}”][vc_separator color=”custom” align=”align_center” style=”” border_width=”5″ el_width=”” accent_color=”#6e86c3″][vc_column_text css_animation=””]Il counseling è una professione d’aiuto finalizzata a sostenere la persona nel raggiungimento di uno stato di benessere, tramite il superamento del disagio o della sofferenza che vi si oppongono.

Il counselor aiuta il cliente a esplorare le proprie risorse e la propria capacità di autodeterminazione, per riconoscerne tutta la potenza e la potenzialità. E lo fa creando innanzi tutto uno spazio di ascolto non giudicante, una forma di accompagnamento umano, creativo e rispettoso che consente al cliente di esplorare il proprio modo di essere, anche in quegli aspetti che generano il disagio.

A chi si rivolge

Il counseling può essere offerto alle singole persone, alle coppie, agli adolescenti, ai gruppi. È di aiuto per affrontare un cambio di lavoro, per superare una difficoltà familiare, per affrontare sofferenze come il lutto.

[/vc_column_text][vc_single_image image=”4172″ alignment=”” style=”” border_color=”grey” img_link_large=”” img_link_target=”_self” css_animation=”” img_size=”large”][vc_column_text css_animation=””]Cosa bisogna sapere

Il counseling non si occupa di curare ma di “avere cura”, non tratta patologie ma specifici problemi, disagi o sofferenze circoscritti e lo fa promuovendo nel cliente la crescita, lo sviluppo e l’acquisizione di indipendenza e autocoscienza.

Gli incontri sono sedute di cinquanta minuti nelle quali, attraverso la creazione di una relazione tra counselor e cliente, l’uso della parola, l’ascolto attivo e rispettoso, si genera un processo riflessivo e benefico.

Cosa fare per una consultazione

Per prendere un appuntamento vi preghiamo di scrivere a info@morbidevoci.ch indicando il motivo che vi spinge a contattarci e i vostri recapiti telefonici. Clarissa o Enrico vi contatteranno nel giro di qualche giorno.[/vc_column_text][vc_empty_space height=”32px”][vc_separator color=”custom” align=”align_center” style=”” border_width=”3″ el_width=”” accent_color=”#6e86c3″][/vc_column][vc_column reveal_effect=”fadeIn” width=”1/2″][vc_separator color=”custom” align=”align_center” border_width=”5″ accent_color=”#6e86c3″][vc_single_image image=”4129″ alignment=”” style=”” border_color=”grey” img_link_large=”” img_link_target=”_self” css_animation=”” img_size=”large”][vc_column_text css_animation=””]

Il counseling individuale, di gruppo e organizzativo passa dall’attenzione alla persona. Non c’è crescita, in azienda, a scuola, nel privato, che non parta dal riconoscimento dell’altro come persona. Se pensiamo al benessere, ci rivolgiamo al modello bio-psico-sociale, se pensiamo all’azienda valorizziamo le individualità e le relazioni tra esseri completi, portatori di ricchezze impensabili. Il counseling.

[/vc_column_text][vc_single_image image=”4132″ alignment=”” style=”” border_color=”grey” img_link_large=”” img_link_target=”_self” css_animation=”” img_size=”large”][vc_separator color=”grey” align=”align_center” style=”” border_width=”” el_width=””][vc_column_text]Il Metodo Fare storie

Il Fare Storie è un metodo di intervento messo a punto dal fondatore dell’Istituto ricerche di gruppo, Ferruccio Marcoli, e impiegato in un’ottica di prevenzione e di sostegno educativo. L’obiettivo è quello di prevenire i disturbi del pensare. Il bambino attraverso il racconto, o la rappresentazione, delle storie esprime i suoi miti in un contenitore regolato e all’interno di una relazione adeguata al contenimento delle sue ansie. Le poche regole con le quali si confronterà sono legate allo spazio, al tempo, all’esclusione, al rispetto di sé, dell’altro e degli oggetti, al fare storie con cinque personaggi dicendo tutto quello che vuole.

L’operatore fa parte del contenitore in quanto lo delimita attraverso le regole e il loro rispetto, e diventa egli stesso contenitore delle ansie che il bambino porta nella stanza. I personaggi danno facoltà di interpretare, come a teatro, la “storia”, raccontata o agita, facendo in modo che questa abbia un senso nella relazione attuale dell’adulto (rappresentante dei genitori) con il bambino.

Il susseguirsi delle storie permette di rendere evidenti i cambiamenti che avvengono nella relazione e nel bambino stesso. Le storie che il bambino ci porta esprimono i suoi desideri. A differenza del sogno, dove i desideri possono essere esauditi in modo onnipotente e in solitudine, le storie rappresentano i miti del bambino. Sono dei racconti dei suoi desideri e delle sue paure che condivide con un’altra persona.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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